Si sono fermati ancora i junior doctors britannici, e continueranno a farlo se non saranno ascoltati dal Governo. Ambulatori chiusi in UK oggi, migliaia di operazioni cancellate (sono garantiti i servizi di emergenza) e i medici in piazza a portare la loro protesta contro il nuovo contratto di lavoro proposto dal Governo. Per capire meglio le loro ragioni abbiamo parlato con uno di loro, Luigi d’Argenzio, pediatra all’Ospedale di Kingston, dopo una laurea e specializzazione (neuropsichiatria infantile) in Italia a Tor Vergata.
“Le richieste del Governo creerebbero problemi sia ai medici che ai pazienti. Vogliono allungare i tempi di copertura dei medici soprattutto nei periodi considerati ‘anti sociali’, notti, fine settimana, e non vogliono assumere altri medici, ne’ pagare meglio i medici che lo fanno.”
Le ore anti-sociali sono quelle fuori da un normale orario di lavoro, per le quali i junior doctors ricevono oggi un’indennità pari al 50% in piú rispetto allo stipendio (chiamata ‘banding’). Oggi sono considerate anti-sociali le sere dalle 7pm in poi e tutto il weekend. Il governo vuole ridurne la definizione ed eliminare il banding. La paga base aumenterebbe (+11%) ma l’effetto netto sarebbe negativo, sia dal punto di vista economico che della qualità della vita.
“Nella mia situazione personale non ho una grandissima perdita, perderò circa 100 pounds/mese.” ha calcolato Luigi. “Ma poi cambia il numero di ore che devo lavorare. Secondo il Governo il sabato o il venerdi dalle 7 alle 10 dovrebbe essere considerato normale.” Preoccupa l’impatto sulla vita sociale e familiare. A dispetto del nome, i junior doctors non sono ragazzini. “Molti di loro hanno anche 36-37 anni, una famiglia, figli.”
Il tema è politico, ci spiega Luigi. Il governo di Cameron si è impegnato a rendere la sanità pubblica disponibile 7 giorni su 7, con tutti i servizi, ma non vuole investire risorse per farlo. Da qui la richiesta ai medici di lavorare di piú negli orari e nei giorni tradizionalmente non lavorativi. E non sarebbe neanche sufficiente secondo Luigi “Non servono solo medici, servono infermieri, portantini,..”
E’ vero, come sostiene il Governo, che la mortalità negli ospedali è piú alta nel weekend? Luigi è scettico: “Non è stato dimostrato che la mortalità è piú alta nei fine settimana, e anche se così fosse, bisognerebbe provare che dipende dal numero dei medici e non da altri fattori. Ci sono alcuni servizi che nel fine settimana non funzionano. Se chiedo una risonanza magnetica o una consulenza specialistica nel corso del weekend non è la stessa cosa che chiederla durante la settimana. L’altro punto sul quale non siamo d’accordo è che forse l’apertura 7/7 non e’ necessaria. Alcuni GP hanno provato a lasciare le loro practice aperte sabato e domenica, ma la gente non ci andava. La sanità per le emergenze 7/7 c’e’ già, si potrebbe migliorare, ma c’e’’.
Il problema di fondo rimane quello della carenza di personale medico. Nonostante l’NHS abbia un organico di oltre 1.4 milioni di dipendenti (è il quinto datore di lavoro al mondo), la maggior parte dei junior doctors deve sostenere turni lunghi e faticosi. “La settimana scorsa ho lavorato 10 giorni di seguito” racconta Luigi “Facciamo spesso 4 notti di seguito. Sono turni molto stressanti. Aumentare il numero delle ore soprattutto nei fine settimana per noi è chiaramente un problema”
La carenza di medici in UK è strutturale. L’Inghilterra ha sempre importato medici stranieri, dall’India o da altre colonie, e la situazione non può che peggiorare considerando il continuo aumento della popolazione. Gli inglesi poi sembrano considerare oggi meno attraente una carriera all’interno del NHS. “Quest’anno c’è stato un calo del numero di persone che hanno fatto domanda per diventare GP. Chi si laurea in Inghilterra oggi è attratto dall’idea di emigrare in Australia, dove le condizioni di lavoro e il salario sono migliori”.
Nonostante tutto, l’NHS rimane per Luigi un organizzazione di ottimo livello, superiore al sistema sanitario italiano nel quale ha lavorato prima di venire in UK. “L’NHS è un buon sistema. Un po’ vecchio, da migliorare ma in linea di principio funziona bene. È un sistema piú completo di quello italiano, e quello che offre è completamente gratuito”.
Dell’NHS apprezza soprattutto il rispetto professionale tra i colleghi (“qui non senti mai un medico dire, parlando di un collega, ‘quello e un cretino, quello non capisce niente’”), la facilità nei contatti tra medici e la cultura del training. “C’è un sistema avanzato per la formazione dei medici, che sono sottoposti a continue revisioni e hanno il compito di insegnare ai colleghi piú giovani. Ogni 5 anni tutti i medici devono dimostrare di essersi aggiornati e di avere contributo a fare crescere i medici piú junior’. Una cosa che bisognerebbe spiegare ai Baroni dei nostri Policlinici.
Con i Tories al Governo fino al 2020 è inevitabile che il processo di cambiamento dell’NHS continui. La protesta dei junior doctors rappresenta un momento importante di verifica. La sensazione è che in gioco non ci siano soltanto i turni di lavoro e i salari di un gruppo di medici, ma qualcosa di piú ampio, quasi il senso e il futuro stesso dell’NHS.
Francesco Ragni
Londra, 10/2/2016