Se per il Regno Unito ancora non è chiaro se la Brexit porterà i suoi frutti nel breve o medio periodo, per altri paesi il divorzio di Londra da Bruxelles rappresenta già una fonte di guadagno. Minima, ma pur sempre una fonte che va a compensare l’impatto negativo che l’uscita sta generando sulla propria economica.
Come nel caso dell’Italia che si appresta a ricevere 116 milioni di euro come riserva di adeguamento per la Brexit. Si tratta di un fondo istituito dall’Unione Europea per mitigare gli effetti negativi dell’uscita del Regno Unito e sostenere i Paesi, le regioni e le imprese europee più colpite.
Lo ha annunciato la Commissione europea, che ha deciso di destinare all’Italia 45,55 milioni di euro nel 2021, 34,85 milioni di euro nel 2022 e 35,55 milioni di euro nel 2023.
L’Italia sarà il secondo paese a ricevere la maggior quantità di fondi, il primo sarà l’Irlanda che riceverà ben 920 milioni di euro. La riserva di adeguamento vale nel complesso 5 miliardi, distribuiti tenendo conto dell’importanza del commercio di merci e servizi e della pesca con il Regno Unito, e copre tutti gli Stati membri.
Il Belpaese può utilizzare i finanziamenti per coprire le spese dal 1° gennaio 2020 per mitigare il relativo impatto negativo della Brexit per sostenere le sue regioni e i suoi settori economici, anche sulla creazione e protezione di posti di lavoro, come i programmi di lavoro a orario ridotto, la riqualificazione e la formazione.