Sarebbero stati attirati ad un evento di formazione aziendale organizzato da Byron, la catena di hamburgherie dove lavoravano. Ma ad aspettarli, insieme ai manager, c’erano i poliziotti dell’Ufficio immigrazione. Trentacinque persone di nazionalità albanese, egiziana e nepalese sono state arrestate il 4 luglio a Londra in 15 ristoranti della compagnia. Lo riportano i media inglesi.
La Gran Bretagna post-Brexit cala la scure sugli immigrati irregolari con un’azione plateale. I dipendenti ammanettati nel blitz, quasi tutti in servizio da diversi anni, avrebbero fornito documenti falsi per farsi assumere, afferma un portavoce del ministero dell’Interno. L’azienda, dal canto suo, avrebbe espletato tutte le procedure di controllo, e non subirà quindi nessuna sanzione legale. Ma sul web si scatena la polemica, con l’hashtag #BoycottByron che sta diventando virale su Twitter. Sotto accusa sono le modalità con cui la “piena collaborazione” è stata fornita.
“Non mangerò mai più li per non incoraggiare altri a prendere la stessa decisione. Comportamento vile e spregevole” scrive la giornalista Aby Wilkinson su Twitter. “Sfruttarli, poi sbatterli fuori: è lo stile di Byron” rincara la dose James, un altro utente. “Migranti poveri vengono sfruttati per lavori malpagati, poi gettati via quando conviene alle compagnie” accusa invece Maya. “Faranno lo stesso con i lavoratori Ue nel futuro?” si domanda Aaron Bastani. E si può continuare.
Non tutti, però, sono scandalizzati. “Quindi, un’azienda ha collaborato con l’ufficio immigrazione. Non sono sicuro di vedere il problema” afferma Rupert Myers sul suo account. “Erano lì illegalmente, quindi no, non boicotterò Byron”chiosa Lee sul proprio profilo.
Il danno di immagine per la compagnia potrebbe essere enorme: trattandosi di un gruppo che vende cibo a prezzi tutto sommato accessibili, il passaparola sui social, tra gli studenti e la working class potrebbe essere devastante: è quello che sperano gli attivisti, delusi dal “tradimento” dello staff da parte dei manager. Byron per il momento non commenta. Si limita a smentire, attraverso un portavoce, di aver attirato in trappola i propri dipendenti.
La catena, fondata nel 2007, possiede 65 ristoranti sparsi in tutto il Regno Unito e dà lavoro a molti stranieri, tra cui un nutrito numero di italiani. Stasera è prevista una manifestazione a Manchester alle 6 pm; un’altra potrebbe tenersi a Holborn alle 6.30 pm di lunedì.
Dopo quello che qualcuno definisce una sorta di “spettacolo teatrale” per intimidire, gli interventi nei locali pubblici potrebbero continuare. Il 70% dei lavoratori del settore sono migranti, afferma Hotel Workers Branch, un’associazione che raccoglie i lavoratori dell’alberghiero: ma le risorse che avrebbero dovuto permettere una lotta contro lo sfruttamento sono state costantemente tagliate dal Governo. Gli stipendi, invece, sono calati del 10%: come quelli della Grecia. E “molti degli arrestati” con queste procedure, vengono, poi, “rilasciati. Ma ormai il danno è fatto. E il trauma avvenuto”.
Antonio Piemontese
@apiemontese