E’ entrato nel vivo il Pride in London 2017 grazie a una serie di eventi, appuntamenti incontri e confronti ai quali stanno partecipando molte associazioni attive sul territorio londinese, in vista dell’attesa parata di sabato prossimo, 8 luglio. Tra coloro che prenderanno parte, anche i componenti di Wake Up Italia London, associazione fondata nel 2016 con l’intento di “lottare contro un’Italia che troppo spesso non riconosce gli stessi diritti civili e politici alle coppie dello stesso sesso“.
“Dopo la battaglia dell’anno scorso per il disegno di legge Cirinnà, combattuta a suon di manifestazioni davanti all’ambasciata italiana qui a Londra, quest’anno abbiamo deciso di rivolgerci in particolare a tutte le famiglie arcobaleno che anche in Italia sono ormai una realtà, seppure si fatichi a riconoscerle legalmente”, ci spiega Roberto Sormani, presidente dell’associazione, concentrandosi soprattutto su quelli che sono gli obiettivi principali del Pride 2017.

“Il nostro scopo è sempre quello di inviare messaggi all’Italia e sostenere dal Regno Unito tutte le persone LGBT – continua Roberto – cercando sempre più di farci supportare anche dalla comunità locale, soprattutto in vista di altre potenziali battaglie politiche che dovremo combattere. In questa edizione del Pride il nostro pensiero e la nostra azione si rivolgono soprattutto alle famiglie omosessuali che in Italia devono fare i conti con una legge che non riconosce loro la genitorialità, sia nei casi di adozione, sia in quelli di gestazione per altri, o quando è un solo genitore a far parte dello stato di famiglia”.
Dalla consapevolezza del forte pregiudizio che caratterizza ancora la società italiana in materia di adozione da parte di coppie omosessuali, Roberto rileva che “ogniqualvolta si lotti per ottenere il diritto di diventare padre o madre, si combatte in primis per il diritto di un bambino ad avere dei genitori che lo possano amare. Il problema è che molti pensano che noi omosessuali non siamo in grado di crescere i figli come qualsiasi coppia etero è in grado di fare. Sembra quasi che non si voglia mettere su carta che anche noi possiamo essere genitori”.
Anche Margherita Cavallaro, co-fondatrice di Wake Up Italia, sottolinea l’importanza di garantire a qualsiasi bambino la possibilità di avere dei genitori che si prendano cura di lui. “I politici italiani stanno rendendo la vita dei bambini delle famiglie arcobaleno un inferno, ignorando una realtà che nei fatti già esiste. Qualsiasi essere umano dovrebbe avere prioritariamente a cuore il benessere del bambino, ma in Italia questo non accade”.
Giulia e Lucia, membri di Wake Up Italia London e residenti nella capitale da diverso tempo, enfatizzano invece il grande potere che il Pride ha su tutti coloro che ne prendono parte. “Qui a Londra la parata è un momento simbolico che celebra l’orgoglio omosessuale accettato: tutti sono dalla tua parte e incoraggiano il corteo. Data l’entità che l’evento ha acquisito nel corso degli anni, per ragioni di sicurezza la parata di Londra è meno spontanea e più organizzata rispetto a quanto avviene in altre realtà più piccole italiane. Tuttavia è un’ottima vetrina ed è doveroso per tutti noi partecipare. In Italia la dimensione di protesta che caratterizza ogni Gay Pride è ancora molto evidente, e questo lo si deve al fatto che ci sono ancora molti passi in avanti da fare. Per questo motivo tornerei nella mia terra solo se mi venisse riconosciuto ciò a cui ho diritto qui”, ci confida Lucia, in Inghilterra da ormai 7 anni.
Giulia ci racconta invece delle sue emozioni che solo il Pride riesce a regalarle, soprattutto in quelli organizzati in città italiane come Milano, dove ognuno può prendere liberamente parte alla manifestazione e sentirsi parte di una grande comunità. “Camminare tra le persone che sono riunite per il Pride è come togliersi di dosso uno zaino pesante, è come respirare a pieni polmoni perché so che chi ho intorno sta provando ciò che provo io. E’ una sensazione rara, non capita spesso”.